giovedì 28 giugno 2012

Compatibilità grafiche nel nucleo familiare

Questo post nasce da un'affermazione del Dott. Orlando Sivieri, pilastro della grafologia italiana, il quale sostiene che: " [...]Tra i componenti di un nucleo familiare, sia per la specifica simbiosi di vita che per la naturale tendenza all’imitazione ed all’assimilazione, è possibile che si generino similarità grafiche, così come si verificano similarità di abitudini e di comportamenti [...].D’altronde la famiglia è la cellula vitale dove la simbiosi di vita acquista valori e livelli superiori a quelli degli altri ambienti sociali. [...] Le affinità grafiche tra i componenti di un nucleo familiare sono possibili ed insidiose, per cui il perito, quando ricorre il caso, non dovrà sottovalutarle" (L’indagine Grafica – CEDEM – Padova 1967).
In letteratura peritale non è raro trovare, infatti, diversi casi di scritture di consanguinei stretti in cui le analogie siano superiori alla semplice casualità (Sivieri, 1974, p. 33).
Si tratta di un dato da tenere presente nel caso in cui due scritture a confronto presentino, accanto ad un elevato numero di differenze, anche forti analogie: in tale circostanza, sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità che la scrittura in verifica sia stata eseguita da un consanguineo. Bisogna prestare, però, attenzione a non trasformare automaticamente tale possibilità in forte probabilità o addirittura in certezza come, invece, pare che accada "ipso facto" in alcune perizie grafiche. E’ del resto assai difficile determinare quali elementi grafici siano influenzati dalla consanguineità.

Può essere più o meno frequente i1 fatto che un figlio imiti la grafia del padre perché gli piace e perché la ritiene un modello di maturità espressiva da far proprio (processo di IDENTIFICAZIONE). Può, anche, accadere che, all'interno della coppia, la moglie cerchi di scrivere allo stesso modo del marito (e/o viceversa), in quanto a volte si rende "necessario", oltre che pratico, che l’uno firmi a nome dall’altro.
Può, infine, capitare che un figlio imiti la scrittura del fratello (ciò è piuttosto frequente nei fratelli gemelli) giudicandola esteticamente più gradevole e d'impatto; in tal caso si può parlare di IDEALIZZAZIONE, “… processo psichico che porta all’esaltazione del valore e delle qualità dell’oggetto; in virtù di essa l’oggetto, pur non mutando natura, viene amplificato e psichicamente elevato. L’idealizzazione porta alla dipendenza, in quanto la persona che idealizza ha bisogno che esista una persona perfetta al punto da negare l’esistenza di quegli attributi negativi che non soddisfano il suo bisogno” ( Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, 2006).
Nel processo di costruzione della personalità si effettuano scelte e rifiuti spesso determinati da fattori affettivi, che possono identificarsi con un modello o con l’altro: ciò che succede nella costruzione della personalità si ripete e si riflette nella personalizzazione della scrittura.

I consanguinei, dunque, più frequentemente di estranei, possono attingere a modelli calligrafici (parentali, scolastici) comuni.
Qualora il modello calligrafico presenti una particolare valenza affettiva, si instaura un processo di identificazione che, nei consanguinei, rafforza il comune patrimonio genetico.

domenica 24 giugno 2012

I nuovi trend nella selezione del personale - tra grafologia e test psicologici

Napoleone Bonaparte sarebbe stato un manager d’assalto. Di quelli spigolosi, orientati all’obiettivo, dotati di grande tenacia ma certo, molto poco interlocutori. Coco Chanel in un’azienda di oggi, sarebbe stata una manager leader, di quelle dinamiche ma troppo poco flessibili, autoritaria. Non sarebbe mai tornata sui suoi passi, creando non poche difficoltà all’ambiente di lavoro.
Riconoscere un manager dalla scrittura, ovvero la grafologia come strumento di selezione del personale. Dalla Francia, all’Olanda, dal Regno Unito al Belgio, lo studio della calligrafia è sempre più utilizzato nell’ambito della selezione dei manager. Soprattutto di questi tempi: le aziende non possono permettersi errori nella scelta dei ruoli chiave. E così, oltre ai colloqui, test di gruppo e business game, si sta diffondendo sempre più l’analisi grafologica (e psicologica) per individuare le caratteristiche dei candidati. E, ovvio, scegliere il migliore.
In Francia, secondo alcune stime, lo fa il 93% delle aziende, in Olanda il 24%. E da noi? L’Italia, come sempre, arriva in ritardo, ma qualcosa si sta muovendo soprattutto nell'ambito della selezione. Il motivo è semplice, con l’analisi della scrittura viene ridotto l’errore nel processo selettivo e si riescono ad individuare le potenzialità dello scrivente. Come si comporta in team, quali le debolezze e i suoi punti di forza, l’energia, il problem solving, la concretezza e il decisionismo. Ecco allora che a scendere in campo, nell’utilizzo della grafologia, sono soprattutto le società di selezione, che propongo il test alle aziende in cerca dei candidati ideali.
"Purtroppo i pregiudizi delle imprese italiane sono ancora tanti - come testimonia Diego Malerba, direttore formazione comportamentale, Sales e Marketing Cegos Italia - ma appena provano questo strumento, cambia tutto. Anche quella concezione assurda che più che una scienza, la grafologia è alla stregua dell’oroscopo".

E se non dovesse bastare, oltre all’analisi della scrittura, i cacciatori di teste propongono anche test comportamentali che aiutano a capire le aree di forza e di miglioramento del candidato. Si tratta del persprofile, test a domanda multipla ma con radici nelle teorie di Jung e Marston. Si analizzano la sicurezza, l’empatia, la socievolezza, la leadership, il metodo e la razionalità del candidato. Un vero e proprio specchio del comportamento. Provare per credere.