martedì 10 luglio 2012

Dallo scarabocchio al disegno (dai 3 ai 4 anni)

Dopo la fase dello scarabocchio, che occupa il primo periodo di esperienze grafiche, il bambino, in linea con la maturazione globale della struttura psicomotoria, elabora spontaneamente almeno due tipi di espressione, le forme e le figure, alle quali associa verbalizzazioni e commenti che spesso lasciano esterrefatti gli adulti, molto meno i coetanei.
Tali espressioni rappresentano una comunicazione complessa e strutturata che coinvolge in modo attivo il bambino, per il quale il mondo è simbolicamente dominabile, in quanto lo si può rappresentare e "costringere" entro i limiti di un foglio. All'interno del proprio spazio bianco, il bambino manifesta sentimenti, rabbie, gelosie, amori, passioni e desideri e muove i personaggi a suo piacimento, li esclude, li ingrandisce, li annulla e li cancella.
La verbalizzazione dello scarabocchio, unitamente all'intentoo rappresentativo ed al perfezionamento delle forme, è il vero passo verso un grafismo maturo.

EVOLUZIONE DELLE FORME E DELLE FIGURE
Le forme sono una diretta conseguenza dello scarabocchio libero e permettono al bambino di esplorare in modo più consapevole e sicuro lo spazio/ambiente.
Nascono forme nuove e complesse, si articolano quelle semplici, si formano incroci ripetuti ed originali, si modellano strutture sempre più ricercate e personalizzate. Tutto ciò comporta una certa abilità manuale fatta sia di abitudine al disegno, sia di vere e proprie capacità. Ecco perchè l'inizio della scuola materna è il periodo in cui si attua questa trasformazione del grafismo.
E' il momento del geometrismo, della tendenza alla ripetizione composita di forme semplici, della costruzione di arabeschi e di scene dove si muovono personaggi reali o immaginari e dove più avvenire tutto, purchè sia profondamente connesso alla vita ed alle esperienze che il bambino sta emotivamente vivendo.
Muovendosi con libertà e padronanza sul foglio, il bambino sperimenta la vita: impara a conoscere le direzioni, l'alto ed il basso, la destra e la sinistra, il davanti ed il dietro, il prima ed il dopo. Con la realizzazione di forme sempre più personali e complesse si strutturano abilità specializzate e finalizzate che aiutano la sua maturazione globale.

Le figure, invece, nascono dal perfezionamento delle forme e da un maggior senso estetico. Nonostante l'autocritica non costituisca ancora un freno all'immediatezza grafica, il bambino capisce che più il suo disegno assomiglia alla realtà che vuole rappresentare e più esso viene correttamente interpretato e apprezzato dagli altri.

Nel disegnare la figura umana il bambino rappresenta inconsciamente se stesso e, quindi, la percezione del proprio schema corporeo e dei desideri che lo accompagnano. Di solito si possono rilevare delle somiglianze tra l'omino raffigurato e le caratteristiche di chi l'ha disegnato.
Se la figura umana è eseguita con una buona collocazione nello spazio, ben proporzionata nelle forme, ossia se tutto è definito in modo strutturato, significa che il bambino è avviato ad una crescita armonica, con un buon adattamento alla realtà circostante. Al contrario, se il bambino disegna un omino piccolo, in fondo al foglio, con un tracciato debole o tremolante, può significare che egli si sottovaluti, si senta poco apprezzato dall'ambiente esterno, non si riesca ad integrare al meglio con i coetanei. L'assenza di alcuni organi o apparati del corpo umano, le costanti cancellature, le interruzioni del tratto ed una collocazione non corretta degli arti, rappresentano tutti segnali di insicurezza che, se colti in tempo, servono all'adulto, non tanto per fare delle diagnosi catastrofiche, ma piuttosto per rafforzare nel bambino la stima e la fiducia in se stesso, e per evitare che, sentendosi poco dotato, tarpi le ali al proprio potenziale di crescita.

Il disegno della casa ha un importante contenuto emotivo, in quanto rappresenta il modo di vivere del bambino, i rapporti con i genitori, il proprio ruolo all'interno del ménage familiare e il proprio modo di approcciarsi al mondo esterno.
La casa, molto ricorrente nei disegni infantili, è già presene, benchè irriconoscibile, nello scarabocchio. Fin da piccolo, quindi, il bambino esprime il desiderio di vivere sotto un "tetto sicuro", al riparo dai pericoli che l'ambiente esterno può provocare.
Alcuni studiosi hanno associato alla casa il volto materno: il tetto rappresenterebbe la capigliatura, le finestre gli occhi, la porta la bocca. Si tratta di un antropomorfismo che si ripete assai spesso, soprattutto nei bambini piccoli, e rafforza l'idea che nel disegno il bambino proietti le proprie percezioni emotive.


L'interpretazione del disegno dell'albero è da sempre considerato un valido aiuto per comprendere gli aspetti più autentici, ma nascosti, della personalità. In termini psicoanalitici, l'albero è il simbolo del Sé, cioè di quell'energia che investe l'intera persona e ne rivela la vera essenza.
L'autore del disegno può essere un bambino piccolo, un adolescente o, addirittura, un adulto: l'albero li (ci)rappresenta tutti, ognuno con il proprio carattere, le proprie emozioni e la propria intrinseca ed irripetibile personalità "in fieri". Ogni dettaglio di questa figura ha un significato ben preciso che si trasforma in un linguaggio chiaro: la collocazione dell'albero sul foglio, le radici, il tronco, la grandezza, la presenza di un elemento accessorio (es. farfalle, uccelli, fiori), i rami che si allungano verso il cielo, una foglia che cade, i colori accesi o smorzati, il non-colorato...